La melagrana: tra antichi simboli e nuove virtù
Tra i colori ed i frutti che l’autunno ci regala la Melagrana occupa di certo un posto d’onore, frutto di un arbusto, Punica Granatum, molto diffuso e decorativo, originario dell’India.
La melagrana da sempre è stata investita di significati simbolici, poiché gli innumerevoli grani rossi che racchiude hanno in ogni epoca evocato e propiziato fecondità ed abbondanza, sia a livello materiale che spirituale; la melagrana, in epoca precristiana, era un attributo della Grande Madre, rappresentando simbolicamente il perenne ciclico rinnovamento del Cosmo, come nel mito greco, sempre denso di significati, che narra le vicende di Core-Persefone e la madre Demetra.
Dal frutto del Melograno si estraggono attualmente numerosi componenti salutistici; il succo di melagrana apporta notevoli quantità di potassio, di vitamine B e C, sali minerali e fibre. Recenti studi sulle proprietà del succo di melagrana hanno messo in luce la notevole presenza di composti di carattere fenolico ai quali si deve la spiccata attività antiossidante e preservante l’ossidazione dei lipidi, con conseguenti benefici di carattere generale per l’organismo, quali ad esempio l’azione protettiva nei confronti dell’apparato cardiovascolare, del sistema immunitario, della pelle.
L’aspetto esteriore del frutto di melograno, racchiuso da una scorza dura e quasi legnosa, indurrebbe a credere che non fosse commestibile, invece, quando si apre, rivela un’abbondanza di chicchi dolci e succosi; spesso le qualità, le virtù si ottengono solamente superando le difficoltà e le durezze necessarie per raggiungerle, ma, una volta conquistate, possono regalare una dolce ricchezza ed abbondanza nel cuore, facendoci assaporare il reale succo dell’esistenza.